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488 ATTO PRIMO
Ma in quel bel corpo luminoso e tondo,

Che credete vi sia? V’è un altro mondo.
Bonafede. Oh che cosa mi dite?
Colà v’è un altro mondo?
Ma cosa son quei segni,
Che si vedon nel corpo della luna?
So che un giorno mia nonna,
La qual non era sciocca,
Mi disse ch’ella avea gli occhi e la bocca.
Ecclitico. Scioccherie, scioccherie. Le macchie oscure
Son del mondo lunar colline e monti.
Non già monti sassosi,
Come da noi veggiam, ma son formati
D’una tenue materia,
La qual s’arrende e cede
Alla pression del piede;
Indi s’alza bel bello, e non si spacca1,
Onde l’uomo cammina, e non si stracca.
Bonafede. Oh che bel mondo! Ma ditemi, amico,
Come siete arrivato
A scoprir cosa tale?
Ecclitico. Ho fatto un canocchiale
Che arriva a penetrar cotanto in dentro
Che veder fa la superficie e il centro.
Individua non solo
I regni e le provincie,
Ma le case, le piazze e le persone.
Col mio canocchialone
Posso veder lassù, per mio diletto,
Spogliar le donne quando vanno a letto.
Bonafede. Oh bellissima cosa!
Ma dite, non potrei,
Caro Ecclitico mio,
Col vostro canocchial veder anch’io?

  1. Zatta: stacca.