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IL FINTO PRINCIPE 471
* Del suo dolce, amabil ciglio,

  Quell’accento lusinghiero,
  Del mio seno ha già l’impero,
  Troppo è caro a questo cor.
  Nel fissarmi in quell’aspetto
  Mi sentii ferir il petto,
  Ed ognora nel mio seno
  Va crescendo il dolce amor1.

SCENA VII.

Camera con tavolino e da scrìvere.

Floro e Lesbina.

Lesbina. Non ne vuò saper nulla.

Floro.   Via, carina,
Siate meco buonina.
Non mi dite di no.
Lesbina. Se vi dirò di sì, mi pentirò.
Voi mi mettete su,
Per poi tirarmi giù,
E far quello che fu
Tra quella pellegrina, e voi, e tu.
Floro. Ma se colei è pazza,
Che vi posso far io?
Lesbina. Ma caro padron mio, chi m’assicura,
Che voi non mi gabbate 2?
Floro. Vi farò, se il bramate, una scrittura.
Lesbina. Via, fatela, ed allora
Forse vi crederò.
Floro. Attendete un momento, e ve lo fo.
(Floro va al tavolino a scrivere
Lesbina. (Colla scrittura in mano,
Dirò la mia ragion. La principessa
Già non lo vuole, e poi
Non lo sa strapazzar, come fo io,

  1. Anche quest’aria, soppressa nell’ed. Zatta, non appartiene forse al G.
  2. Zatta: gabbiate.