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456 ATTO SECONDO
In buona pace avrei

Passati dolcemente i giorni miei.
Ma Lindora? Lindora,
Se non avrà giudizio,
E scoprir mi vorrà per vagabondo,
Andrà a pellegrinar all’altro mondo.
Ma ecco, vien Lesbina;
Costei mi piace tanto,
Son tanto di quel viso innamorato,
Che or or mando in malora il principato.
Lesbina. Oh povera Lesbina,
Tradita, assassinata,
Or vedova non son, nè maritata!
Floro. Ehi ragazza, che avete,
Che addolorata siete?
Lesbina. Io piango amaramente
Due Flori, l’uno morto e l’altro vivo.
Il vivo non mi piace;
Il morto piacerebbe agli occhi miei,
Quando nel viso somigliasse a lei.
Floro. Ed io son tanto acceso
Del vostro bel sembiante,
Che Floro esser vorrei, e non Ferrante.
Lesbina.   Maladetta fortuna!
Floro. Oh se voleste,
Si potria la fortuna
Far far a nostro modo!
Lesbina.   E come?
Floro.   Oh cara!
Son di voi innamorato:
Se volete, vi dono il principato1.
Lesbina. A una vil cameriera?

  1. Segue nelle edd. Fenzo, Tevernin ecc. quest’arietta soppressa nell’ed. Zatta: Ma bel sì vezzosette — Mon coure ah regardé. — Da quelle pupillette — Meschin toutt’è broullè (sic). — Vou chiede, Lesbinette, — Les vostre charité (sic) — Quest’alma langhìssà”.