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IL FINTO PRINCIPE 455
Impazzir per la moglie non vogl’io;

Altri pensi a suo modo, io penso al mio.
Rosmira. Mi volete infelice?
Floro.   Anzi vi vuò contenta.
Rosmira. Amor, che mi tormenta,
Con voi quest’alma mia non legherà.
Floro. Così ognuno godrà la libertà.
Rosmira. Che matrimonio adunque
Volete che di noi dal mondo si oda?
Floro. Matrimonio che dicesi alla moda:
Pensar ognun per sè 1.
Rosmira. Perfido, rio costume!
Dal mio core abbonito,
Dal mio cor che di sè solo è invaghito.
  Se unita al caro bene
  Vivere non poss’io,
  Voglio da questo petto
  D’ogni straniero affetto
  L’immagine scacciar.
  Ognor fra le mie pene
  Io serberò costante
  L’amore a quel sembiante
  Che m’insegnò ad amar.(parte

SCENA VIII.

Floro, poi Lesbina.

Or sì son imbrogliato!

Se costei non mi vuole,
Niente servir mi puole il principato.
Qunt’era meglio ch’io restassi Floro!
Almeno avrei sposata
Una bella ragazza galantina;
Almeno con Lesbina

  1. Zatta: di sè.