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IL FINTO PRINCIPE 451
Per or della mia destra, il suo rigore

Usurparti giammai potrà il mio core.
Roberto. Dolce, amabil conforto,
Cara m’è la tua fede; alle mie pene
Darà qualche ristoro
La tua salda costanza.
Ma persa ogni speranza
Ormai di possederti,
Misero, ho da vederti
Al mio rivale in braccio!
Ahi, a un tale pensier sudo ed agghiaccio.
Rosmira. Principe, hai cor?
Roberto.   L’avrei, se tu rapito,
Cara, non me l’avessi.
Rosmira.   È questo il tempo
Di mostrar se tu m’ami, ed hai valore
Per sapermi acquistar.
Roberto.   Come?
Rosmira.   Il rivale,
Vanne, chiama al cimento, abbatti, uccidi.
Roberto. Con qual ragion?
Rosmira.   Con quella ch’or ti diede
Amor sovra il cor mio.
Roberto. T’obbedirò. Mia principessa, addio.
Rosmira. Dove, dove?
Roberto.   A pugnar.
Rosmira.   Fermati, oh Dio!
Per te timor io sento,
E già del cenno mio quasi mi pento.
Roberto. Non paventar; proteggeran le stelle
La causa del mio cor. Per altra via
Conseguirti non posso. E tu, Rosmira,
Mi suggeristi il mezzo
D’acquistarti, o morir. Del tuo consiglio
Deh non perder il merto