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IL NEGLIGENTE 391
Ella vi vuol gran ben.

Filiberto.   Mi vuol gran bene?
Parmi ch’ella dicesse:
Oh che felice sorte,
Aver sì buon consorte! (accennando Cornelio
Aurelia. M’intendevo di voi.
Filiberto. E voi diceste poi: (a Cornelio
Marito fortunato!
E lei: quando verrà quel dì beato?
Cornelio. Marito fortunato
Filiberto chiamai.
Aurelia. Ed io di Filiberto sol parlai.
Filiberto. E parlando di me,
Si tenevan le man sì bene unite?
Buona gente, che dite?
Cornelio. Io lo facea senza pensare a niente.
Aurelia. Era1 una cerimonia indifferente.
Filiberto. Che cerimonia? Andate via di qua.
Aurelia. Oimè, mi discacciate?
Più ben non mi volete?
Filiberto. Una mendace siete.
Cornelio. Credetemi, signor.
Filiberto.   Non mi parlate.
Aurelia. Se voi m’abbandonate,
Morirò disperata.
Filiberto.   Vostro danno.
Aurelia. Ahi che dolor! che affanno!
Chi mi porge ristoro?
Filiberto crudele, io manco, io moro.
(finge svenire sopra una sedia
Cornelio. Povera sventurata,
Per voi quasi è spirata.
Filiberto. Poverina! davvero?
Ha il naso freddo freddo.

  1. Zatta: È.