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ATTO SECONDO.

SCENA PRIMA

Camera come prima.

Aurelia e Cornelio.

Aurelia. Anderà ben, benissimo,

Con quattro paroline io l’ho incantato.
È di me innamorato,
La dote mi farà.
Cornelio.   Come facesti
A tirarlo in la rete?
Aurelia.   Io? Tu lo sai,
Ho un certo che nel volto,
Ho un certo che nel tratto,
Misto così tra il furbo e il sempliciotto,
Che ogni uno che mi parla, resta cotto.
Cornelio. Non vorrei che allorquando
Moglie mia tu sarai,
Altri si cucinasse al tuo bel foco.
Aurelia. Se geloso sarai, goderai poco.
Cornelio. Basta; ne parleremo. Ma io penso
Se il signor Filiberto
Ti ha promesso la dote,
Sarà sì generoso
Sol coll’idea di divenir tuo sposo.
Aurelia. Così sarà, ma io
So fare il fatto mio.
Della sua negligenza
Profittarmi saprò.
Forse gli rapirò,
Col pretesto di far la soscrizione
Al contratto nuzial, la donazione.