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IL NEGLIGENTE | 383 |
Aurelia. Quando fosse il marito...
Come sarebbe a dir...
Filiberto. Via, parla schietto.
Aurelia. Mi vergogno davvero.
Filiberto. Qui nessuno ci sente.
Aurelia. Quando fosse il marito come voi...
Filiberto. Tuo marito sarò, se tu mi vuoi.
Aurelia. Ma io povera sono, e non ho dote.
Filiberto. Io, io te la farò.
Aurelia. E poi... signore... io so
Che graziosa non sono, e non son bella.
Filiberto. Cara, tu agli occhi miei sembri una stella.
Aurelia. Oimè, cos’è questo,
Ch’io provo nel core?
Nemica d’amore
Son stata finor.
Adesso per voi
Mi sento languir.
Ma caro, ma poi,
Di me che sarà?
Son troppo innocente
Nell’arte d’amar.
Oimè, non vorrei
Lasciarmi ingannar.
Di me semplicetta,
Di me poveretta,
Abbiate pietà.
SCENA IX.
Filiberto, poi Lisaura.
Aurelia, di buon indole e talento,