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IL NEGLIGENTE 381

SCENA VIII.

Aurelia, poi Filiberto.

Aurelia. O bene, o mal che sia,

Quando a noi altre donne
Ci vien quest’appetito,
Senza filosofar pigliam marito.
Ma ecco, che sen viene
Il signor Filiberto.
Filiberto.   Bene, bene, (verso la scena
Si farà, si farà, non mi stancate.
Oh Aurelina, che fate?
Aurelia. Benissimo starei,
Se fossi in grazia sua.
Filiberto. La mia grazia, lo sai, che tutta è tua.
Aurelia. S’accomodi un pochino.
Guardate, poverino,
Egli è 1 tutto sudato;
Si sarà affaticato. (lo asciuga col fazzoletto
Filiberto.   Se lo dico!
Mi voglion far crepare.
M’hanno fatto cercare
Una scrittura antica.
L’ho cercata mezz’ora. Oh che fatica!
Aurelia. Eh, signor Filiberto,
Io so che vi vorrebbe,
Per sollevarvi da cotanti affanni.
Filiberto. Sì, mia cara Aurelina,
Dite, che vi vorrebbe?
Aurelia.   Una sposina.
Filiberto. Una sposina? Sì; ma il matrimonio
Porta seco de’ pesi,
Il marito dev’esser uom valente;
Ed io sono avvezzato a non far niente.

  1. Nelle stampe del Settecento: egl’è.