Con una lite intorno,
Che se noi la perdiamo.
Miserabili affatto oggi restiamo?
Filiberto. E ci ho 1 da pensar io?
Vi pensa il mio causidico,
Egli sa il suo mestiere;
Io lo pago, e non voglio altro pensiere.
Lisaura. Quant’è che a ritrovarlo non andate?
Filiberto. Stamattina v’andai.
Lisaura. Lodato il Cielo.
Gli parlaste? Che ha detto?
Filiberto. Era uscito di casa.
Lisaura. Non la finite mai d’uscir dal letto.
Mai ben le cose vostre andar non ponno.
Filiberto. Oh che dolce dormir quando s’ha sonno!
Lisaura. Ho a dirvi un’altra cosa.
Filiberto. Oimè! non m’annoiate.
Lisaura. Voi vi tenete in casa
Quell’impiccio d’Aurelia,
E non si sa perchè.
Filiberto. Morto è suo padre.
Me l’ha raccomandata.
Lisaura. Mi rasssembra però sia troppo ingrata.
Eh, mandatela via.
Filiberto. Ci penseremo.
Lisaura. Un’altra cosa sola,
Se mi date licenza,
Vi dico, e me ne vado.
Filiberto. Oh che pazienza!
Lisaura. Io cresco nell’età. Son figlia sola.
Voi siete un po’ avanzato2,
Ed ancor non pensate a darmi stato?
- ↑ Così ed. Bologna (1754) e Zatta. Nelle edd. Fenzo (1749), Terernin (1753) e è stampato: E c’ho.
- ↑ Nelle edizioni del Settecento: avvanzato.