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334 | ATTO SECONDO |
SCENA VI.
Camera.
Fabrizio e Foresto.
Foresto. Eh via, signor Fabrizio,
Siete un uom di giudizio,
Siete un uomo civile,
Non fate che vi domini la bile.
Fabrizio. Che bile? che m’andate
Bilando e strabilando?
Ve ne dovete andar qualor vi mando.
Foresto. Finalmente fu scherzo.
Fabrizio. Sì, fu scherzo, ma intanto
L’orologio, la scatola e l’anello
Non si vedono più.
Foresto. Siete in errore:
Eccovi l’orologio,
La scatola e l’anello.
Ciò ch’ha di vostro ognun di noi vi rende,
Nè d’usurpar il vostro alcun pretende.
(gli dà l’orologio, la scatola e l’anello
Fabrizio. Eh non dico, non dico, ma vedermi
Strapazzato e deriso...
Foresto. Lo fan sul vostro viso
Per prendersi piacer, ma dietro poi
Le vostre spalle ognun vi reca lode,
E del vostro buon cuor favella e gode.
Fabrizio. Son buon amico; e faccio quel ch’io posso.
Foresto. A proposito, amico,
Che facciam questa sera?
La carrozza è venduta;
Sono andati i cavalli,
E da cena non v’è.
Fabrizio. Come? In un giorno