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L'ARCADIA IN BRENTA 327
V’ho scelto nel mio core

Di già per mio pastore,
E se non mi volete,
Impazzir e crepar voi mi vedrete.
Foresto. (So che finge). Ma come! Se Rosanna...
Rosanna. Io Fabrizio pretendo.
Laura. Di cedere Fabrizio io non intendo.
Fabrizio. Signor principe, questo è un brutto imbroglio.
Conte. Dall’Arcadico soglio
Così decido e voglio:
Per consolar delle due ninfe il core,
Abbian due pastorelle un sol pastore.
Fabrizio. Evviva 1 evviva! bravo per mia fè!
Son capace, lo giuro, anco per tre.
Lindora. Dunque, signor Fabrizio,
S’ella dice da vero, e non ischerza,
Io fra le ninfe sue sarò la terza.
Fabrizio. Venga la quarta ancor, mi fa servizio;
Non mi perdo in la folla: io son Fabrizio.
Levatevi di qua; (a Foresto e Giacinto
Loco per voi non c’è.
Una volta per uno: tocca a me.
Conte. Olà, suddito nostro,
Fermatevi per ora.
Non è finito ancora:
Se voi pastor delle tre ninfe siete,
Regalar le tre ninfe ora dovete.
Fabrizio. (Ohimè! son imbrogliato.
Questo favor mi vuol costar salato).
Giacinto. Su via, fatevi onore.
Foresto. Via, portatevi ben, signor pastore.
Fabrizio. A voi, Rosanna bella,
Mia cara pastorella.
Perchè mi brilla in sen il cor contento,
Questo picciol brillante io vi presento.