I pregi vostri con eroica tromba;
L’eco intorno rimbomba
Il nome alto sovrano
Di Fabrizio Fabroni da Fabriano.
Fabrizio. Servitore di lei.
Conte. Ed io pur bramerei,
Anzi sospirerei,
Benché il merito mio sia circonscritto,
Nel ruolo de’ suoi servi esser descritto.
Fabrizio. Anzi de’ miei padroni.
Conte. Ah, mio signor, perdoni,
Se tracotante, ardito,
Prevenendo l’invito,
Per far la mente mia sazia e contenta,
Son venuto a goder l’Arcadia in Brenta.
Fabrizio. S’accomodi.
Conte. La fama
Poco disse finor di voi parlando,
Voi cantando, esaltando;
Veggo più, veggo molto
In quell’amabil volto,
Che con raggi di placido splendore
Spiega l’idea del liberal suo cuore.
Fabrizio. Signor, lei mi confonde.
Vorrei dir, ma non so;
Per andar alla breve, io tacerò.
Conte. Quel silenzio loquace
Quanto, quanto mi piace! Ella tacendo
Col muto favellar va rispondendo;
Ed io che tutto intendo,
Il genio suo comprendo.
Ella vuol favorirmi, ed io mi arrendo;
Ed accetto le grazie, e grazie rendo.
Fabrizio. Le renda, o non le renda,
È tutta una faccenda.