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BERTOLDO 285
Erminio.   Ell’ha1 ragione.

Bertoldino. Fermati, dove vai? (dietro a Cacasenno
Cacasenno.   Vo dove voglio.
Bertoldino. Vien qua; fermati, dico,
Che questo è il re.
Cacasenno.   Non me n’importa un fico.
Re. (Bella coppia graziosa!)
Bertoldino. Signora Maestà, voi lo vedete,
È un povero ragazzo,
Che sembra mezzo pazzo.
Io le creanze e le virtù gl’insegno,
Ma lui per imparar non ha il mio ingegno.
Re. È una gran stravaganza,
Che un uom, come sei tu, d’alto consiglio,
Abbia prodotto sì ignorante un figlio.
(O che sciocco!),
Erminio.   (Godiamlo).
Cacasenno.   Presto, presto,
Ch’io crepo dalla fame;
Datemi da mangiar.
Re.   Olà, si diano
Quelle paste sfogliate a Cacasenno.
Cacasenno. Via di qua, gnorantaccio2; (al Servo
Portami un castagnaccio.
Mi piace e m’alimenta3
Latte, rape, fagiuoi, pomi e polenta.
Re. Soddisfarlo conviene. Itene tosto,
Empitegli de’ sacchi,
Finch’egli si contenta,
Di rape, di fagiuoi, pomi e polenta.
Cacasenno. Oh caro, oh benedetto!
Che ne dite, papà?

  1. Zatta: E n’ha.
  2. Tevernin e Zatta: ignorantaccio.
  3. Tevernin e Zatta: Mi piace, m’alimenta.