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282 ATTO TERZO
Quanto in error voi siete.

Se Menghina da me franco allontano,
Ch’arda per lei voi paventate invano.
Regina. Ma la fiamma vicina
Riaccendere si può..
Re.   Dunque...
Regina.   Partiamo.
Alla reggia torniamo.
Allor sarò contenta,
Allor certa sarò del vostro affetto.
Promettete partir?
Re.   Sì, vel prometto.
Regina. Ora son io felice;
Il cor di più non brama,
Quando lo sposo mio costante mi ama.
  Non si dà maggior diletto
  D'un costante amor sincero:
  Sempre fida al caro oggetto
  Serberò l’amor primiero,
  La costanza del mio cor.
  Ed amore, per mercede
  Della mia sincera fede,
  Farà sì che il mio tesoro
  Dia ristoro al mio dolor.

SCENA IV.

Il Re, poi Erminio con Servi che portano bacile con doni.

Re. Vada, vada Menghina; alfin la sposa

Contentare si dee.
Erminio. Signor, i doni
Ordinati son questi,
E i Bertoldi son qui, come imponesti.
Re. Sediam. Venga Bertoldo. (ad un Servo