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ATTO TERZO.

SCENA PRIMA.

. Camera del Re con sedie.

Il Re, la Regina, Aurelia ed Erminio.

Regina. Sposo e signor, questo piacer vi chiedo:

Rimandate costoro
Tutti alle case loro.
È troppo impertinente
Questa rustica gente: a noi vicina
Io non posso soffrir quella Menghina.
Re. (Già comprendo il perchè).
Aurelia. Non sembra giusto
Che donna vil, di rustico natale,
Sia veduta occupar stanza reale.
Erminio. (L’intendete, signor?) (piano al Re
Re.   (Son ambe oppresse
Dal medesimo mal). Sposa, germana,
Consolate sarete;
Oggi tornar vedrete
Questa gente che a voi reca disaggio,
Lungi da queste soglie al lor villaggio.
Itene, Erminio, e i preparati doni
Fate quivi recar; poscia guidate
A me, senza bisbiglio,
Bertoldo, Bertoldin, la moglie e il figlio.
Erminio. Il vostro cenno ad eseguir non tardo.
(Ha queste donne avvelenato il guardo).
  So che chi fido ha il core,
  Teme un rivale amore;
  So che l’amante sposa
  Suol sempre dubitar.