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276 ATTO SECONDO

SCENA XVII1.

Camera.

Bertoldo travestito con caricatura da Corte, con naso finto; poi Menghina.

Bertoldo. Affé che l’ho trovata;

La burla è ben pensata.
Con questo finto naso
Non mi conoscerà Menghina al certo,
E vestito così, mi crederà
Qualche gran cavalier della città.
Procurerò star ritto più ch’io posso.
S’ella di notte a scuro mi ha burlato,
Io mi sarò di giorno vendicato.
Ma eccola che viene;
Se voglio vendicarmi,
A far da giovinotto ho da sforzarmi.
Menghina. Ah ah, mi vien da ridere
Quando ci penso ancora... (Bertoldo la saluta
A me questo, signor? Troppo mi onora.
Oh, oh, non tanti inchini.
Anzi lei, anzi lei, mi meraviglio.
(Panni questo signor di me invaghito). (da sè
Bertoldo. (La buona donna accetteria il partito). (da sè
Menghina. Ma chi è lei, mio signore?
Bertoldo. Un vostro servidore. (alterando la voce

  1. Nelle edizioni Tevernin e Zatta questa scena fu così modificata: "Bertoldo e Cacasenno, vestito da donna: ambidue con maschera. — Cac. Oh che gusto! oh che gusto! — Or che son donna, — Voglio andar dalla mamma e dalla nonna» — Bert. Povero Cacasenno! — Tuo padre è teco in collera, — E vuole bastonarti, — Onde io per salvarti, — Acciò non ti conosca, s’ei ti trova, — T’ho vestito così; copriti il viso. — Eccolo qui ch’ei viene. — Avverti non parlar, e sta celato; — Se ti scopri, sarai ben bastonato. | Cac. Canchero, starò cheto (s’immaschera e si ritira fra le scene)". Segue poi scena XVIII: "Menghina, Bertoldino e detti. — Bertoldino. Oh messer padre. — Mi rallegro con voi. — Bertoldo. (Zitto, è Menghina?) (piano a Bertoldino) — Bertoldino. Mi par più piccinina. — Menghina. Oh oh, non tanti inchini ecc. ’’. Poi continua come nella scena XVII della prima edizione, stampata sopra.