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270 ATTO SECONDO
Menghina. Eh, ehm.

Bertoldo.   Chi è là?
Menghina.   Son io.
Bertoldo. (Una donna?) (da sè
Menghina.   (La voce altererò). (da sè
Bertoldo. Che volete voi qui?
Menghina.   Ve lo dirò:
Son di voi innamorata.
Bertoldo. Di me? (Col pel canuto?) (da sè
Menghina. Appena v’ho veduto,
Mi ho sentito nel cor dare un martello;
Voi siete agli occhi miei vezzoso e bello.
Bertoldo. (Certamente costei mi prende in fallo). (da sè
È scuro, e non vi vedo.
Fate almen che vi senta.
Menghina. Eccomi qua da voi tutta contenta.
Bertoldo. Ma perchè senza lume?
Menghina. È questo il mio costume.
Caro mio, vi assicuro,
Tutte le cose mie le faccio al scuro.
Bertoldo. Ma chi siete?
Menghina.   Son una che vi adora.
Bertoldo. E venite a quest’ora?
(Mi sento venir caldo;
Non posso star più saldo). (da sè
Menghina. (Questa volta l’astuto
Certamente è caduto). (da sè
Bertoldo. E mi volete bene?
Menghina.   Ardo per voi.
Bertoldo. (Fosse mai qualche vecchia? Eh non lo curo:
Bella o brutta che sia, siamo all’oscuro).
Menghina. Datemi almen la mano.
Bertoldo. Eccola; dite piano,
Che nessun non ci senta 1.

  1. Zatta: Che nessuno ci senta.