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BERTOLDO 267
Erminio. Olà, dimmi: chi sei?

Cacasenno. Io son solo, signor, non siamo sei.
Erminio. Domando, come hai nome?
Cacasenno. Voi mi parete un pazzo;
Vedete, uomo non son, son un ragazzo.
Erminio. Capisci, o testa sciocca:
Dico come ti chiami.
Cacasenno.   Con la bocca...
Erminio. Di chi sei figlio?
Cacasenno.   Di mio padre.
Erminio.   E il padre
Chi è, come s’appella?
Cacasenno. Non si pela mio padre; oh questa è bella!
Erminio. (Sarebbe mai costui
Figlio di Bertoldin?)
Cacasenno.   (Mi fa paura.
Vorrei fuggir, se si voltasse in là).
Guardate. (lo fa voltar dall’altra parte
Erminio.   Dove vai? (s’accorge che vuol fuggir, e lo ferma
Cacasenno.   Son qua, son qua. (tremante
Erminio. (Oh che bel turlulù).
Dimmi, saresti tu
Figlio di Bertoldino?
Cacasenno.   Per l’appunto.
Erminio. Quando arrivato sei?
Cacasenno.   Quando son giunto.
Erminio. Tu parli molto male.
Cacasenno. Voi siete un animale,
Perchè non m’intendete,
E si vede che avete il capo tondo.
Erminio. Di che paese sei?
Cacasenno.   Di questo mondo.
Erminio. Vuoi venir meco?
Cacasenno. Vuò cercar la mia mamma e il mio papà.
Erminio. (Vuò condurre, s’io posso,