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BERTOLDO | 265 |
M’empiono di spavento,
E dal dolor mi sento
L’anima lacerar.
Ma più cresce il mio affanno,
Perchè pietà non vedo
Nel traditor, nè credo
Maggior ne’ giorni miei
Poterlo, oh Dio1! provar. (parte
SCENA VIII.
Cacasenno, poi Lisaura.
Ho perduto la mamma ed il papà.
M’è stato detto ch’eran qui venuti,
Ma non li trovo ancora,
E sento che la fame mi divora.
Io non so dove sia;
Fra tante belle cose mi confondo:
Parmi d’esser passato all’altro mondo.
Ma chi è questa ragazza,
Che cosìri ben vestita
Per qui rivolge il passo?
Figlia sarà di qualche villan grasso.
Lisaura. Olà, che fai tu qui, brutto villano?
Va via, va via di qua.
Cacasenno. Cerco la mamma.
Lisaura. Oh faccia di minchione,
Ti conosco che sei quel bernardone.
Cacasenno. Eh non mi strapazzate;
Perchè, perchè, se no,
Qualche cosa nel grugno vi darò.
Lisaura. A me questo? Briccone,
- ↑ Ed. Zatta: oh dei!