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262 | ATTO SECONDO |
Sì belli e sì graziosi, lo di marito
Non patisco appetito;
Uno ne ho, che fa le parti sue,
E non lo cangierei1 con tutti due.
Se di me gelose siete,
La sbagliate in verità;
Che m’incanti non credete
La ricchezza, o la beltà.
Vi vuol altro, la ran le la2.
Vi vuol altro, la ran la.
Un marito mi ho cercato
Tutto pieno di bontà;
L’ho trovato, e son contenta
Della sua semplicità.
SCENA V.
Re, la Regina, Erminio ed Aurelia.
regina. Itene lungi, indegno;
Ho veduto abbastanza:
Bella fè, bell’amor, bella costanza!
Re. Se scherzai con Menghina,
Perdon vi chiedo. Io non offesi, o cara,
L’amor mio, la mia fè. V’amo, v’adoro,
Voi siete il mio tesoro.
Deh mio bel nume irato,
Deh placate il rigor.
Regina. Siete un ingrato.
Re. S’io l’amo, se tradisco
L’affetto coniugale, Erminio il dica.
Ei che de’ miei pensieri