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BERTOLDO 253
Io tormentato son dal troppo affetto.

Ma ecco a me sen viene
La vezzosa Menghina,
Tutta grazia e beltà.
Menghina. Fo riverenza a vostra Maestà...
Re. Siete molto graziosa!
Menghina. Vostra Maestà mi burla.
Re. No, cara, dico il vero,
Menghina. Io non vi credo un zero:
Quella parola “cara„
Mostra che voi di me prendete gioco,
Mentre cara, non son, ma vaglio poco.
Re. Bella vivacità! Dunque comprarvi
Posso sperare.
Menghina. Io non son qui venuta
Per vendermi, signor; son già venduta.
Re. Ma quel che v’ha comprato,
Non sembra di voi degno.
Meritereste un regno,
Cara la mia Menghina.
Menghina. Vostra non son, ma vostra è la regina.
Re. Se innalzarvi pretendo,
Nell’onor non v’offendo.
Menghina. Ed io, purché l’onor non abbia intoppi.
Mi lascierò innalzar fin sopra i coppi1.

SCENA XIII.

Bertoldino e detti.

Bertoldino. Bondì a vussignoria.

Chi siete voi? Che fate con mia moglie?
Re. Non vedi? Il re son io.
Bertoldino.   Voi siete il re?
Oh bella! oh bella, affé!
Sentendovi per grande

  1. Voce dialettale, per tegole.