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BERTOLDO 243

SCENA VI.

Il Re solo.

Ah sì, pur troppo è ver, che di Menghina

Lo spirto e la beltà m’alletta e piace.
Mi ha rapita la pace.
Erminio non lo sa, crede che nuova
M’abbia agli occhi apparir la sua bellezza;
Ed è quest’alma ad adorarla avvezza.
Buon per me, che finora
La regina mia sposa,
Pazzamente gelosa,
Non ha di quest’amor verun indizio,
Per altro andria la Corte a precipizio.
So che a troppo m’espongo
Volendola vicina al fianco mio;
Ma ohimè, che il cieco dio
Comincia sul mio cor a prender forza,
E a poco a poco a delirar mi sforza.
  Sento che nel mio seno
  Questo novello amore
  Stringe fra’ lacci il core.
  Oh Dio, trovassi almeno
  All’amor mio pietà!
  Temo che la bellezza,
  Che far mi può contento,
  Non curi il mio tormento.
  La donna ai boschi avvezza,
  Un re non amerà. (parte