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236 ATTO PRIMO
Penetrai, non mi spiacque, e fui contento:

Delle vostre dolcezze ecco il momento.
Regina. Principi, a parte anch’io
Son del vostro piacer. So quanto amaro
Sia il sospirar d’amore,
Quanto mi costi d’Alboino il core.
Erminio. Sire, donna real, grazie a voi rendo
Per cotanta bontà. La cara sposa
Stringo contento al seno,
E di gioia e d’affetto ho il cor ripieno.
Aurelia. Io del real germano,
Della regia cognata ammiro e lodo
L’alta clemenza, e del mio fato or godo.
  Coro.
  Amor discenda
  Lieto e sereno;
  Fecondo renda
  D’Aurelia 0 seno,
  E doni pace
  D’entrambi al cor.
Re. Amico, in questa alpestre
Parte romita, ove abitar io soglio
Nella calda stagion, godremo in pace
Giorni lieti e tranquilli. Io le regali
Cure depongo, ed a cacciar le belve,
Alle rustiche feste,
Ed ai giochi innocenti1 mi preparo;
Ch’ogni piacer, qualor diletta, è caro.
Regina. Tutto grato mi fia, nulla noioso,
Vicina al caro sposo.
Aurelia. Sempre lieto il mio cor mi balza in petto,
Quando sono vicina al mio diletto.

  1. Nelle antiche stampe: gioch’innocenti.