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ATTO SECONDO

SCENA PRIMA1.

Gabinetto.

Lindoro e Leonora.

Lindoro. Credetemi, cugina,

Che quel vostro amatore
Quasi stizzar mi fa.
Adesso lo trovai, parlai per voi,
E par che sia pentito
D’aver promesso d’esservi marito.
Leonora. Ei ne ha quasi ragione;
Quel vecchio di mio padre
Vuol maritar la figlia
Senza darle la dote: al giorno d’oggi,
Credemi (sic), non è in uso
Le figlie maritar per il bel muso.
Voglion esser quattrini in quantità,
Ricchezze e non beltà si stima adesso.
Un tempo il nostro sesso
Era più rispettato,
Ora sono le donne a buon mercato.
Basta, m’informerò con la maestra,
Che in queste cose sono innocentina,
Di naturale poi bonin bonina2.
  Son tenerina,
  Son ragazzina,
  Senza maestra
  Non mi so movere;
  Perchè son semplice

  1. Questa scena corrisponde alla III dell’atto II della Scuola moderna: vedi p. 190.
  2. L’arietta che qui segue leggesi nella sc. I del II atto della Maestra del Palomba (Napoli, 1747) e nell’edizione che si fece l’anno stesso a Bologna (v. più avanti la Nota storica).