Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
216 |
ATTO SECONDO
SCENA VII.
Aria di Rosmira.
Destrier che all’armi usato
Fugge dal chiuso albergo,
Scorre la selva, il prato,
Agita il crin sul tergo,
E fa co’ suoi nutriti
Le valli risuonar.
Ad ogni suon che ascolta
Crede che sia la voce
Del cavalier feroce
Che l’anima a pugnar.
SCENA IX.
Ergasto solo.
Giovani cari amanti,
Tanti sospiri e pianti
Perchè in amor spargete?
Stolti, un gran ben credete
Quello che ben non è.
S’ei fosse vero bene,
Gioia darebbe e pace,
E tanti affanni e pene
Non porteria con sè.