E mio padre saprà che il suo tesoro,
Lui fingendo d’amar, ama Lindoro.
Drusilla. Non è vero, mentite;
Non fingo, come voi, semplicità.
Ma il padre lo saprà;
Saprà che quel visetto modestino,
Fingendo amar la scola, ama Lesbino.
Leonora. Tutta vostra bontà: son fatta destra
Sotto l’abilità di tal maestra.
Drusilla. Povera semplicetta!
Tu ne sai più di me.
Leonora. Ma io non rubo
La roba altrui, per far la mia fortuna.
Drusilla. A me questo? Cospetto della luna!
Io non so chi mi tenga
Non ti faccia provar lo sdegno mio
Con queste mani.
Leonora. Eh, ho le mani anch’io.
Drusilla. Temeraria, insolente,
Sfacciata, impertinente:
a or prendo un bastone.
Leonora. Ma tagliata sarà la donazione.
Drusilla. Questo non sarà mai.
Leonora. Dimani lo vedrai.
Drusilla. Ed io ti scannerò1 pria di domani.
Leonora. Alto vi dico, che ho ancor io le mani.
Drusilla. Petulante, sfacciatella.
Leonora. Assassina, menzognera.
(a due Sì, mi voglio vendicar.
Belfiore. Alto, alto, pazzarella.
Drusilla. Venga qua, signor Belfiore.
Leonora. Signor padre, ascolti me.
Drusilla. Sposo amato.
Leonora. Genitore.
- ↑ Ed. Verona: schiaffarò.