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186 ATTO PRIMO
Signor, mirate in quello,

Che franco a noi sen viene,
Un nipote fedel che vi vuol bene.
S’è accorto che mi amate,
Che per me sospirate, e tutto il giorno
Di voi mi parla, e con ragioni accorte
Mi persuade ad esservi consorte.
(Seconda, abbi giudizio).
Belfiore. Tu sei ancor novizio.
Ma spero ti farai. Bravo! ne godo,
Bernardoncin, ti lodo;
E perchè grato io sono,
Prendi tu questa borsa: io te la dono.
Lindoro. (Una borsa? Drusilla, io mi contento).
Drusilla. (Gran virtude dell’oro e dell’argento!)
Belfiore. Dunque sarete mia?
Drusilla.   Con mio diletto
Sarò di quel visetto. (mirando Lindoro
Belfiore.   E sperar posso
Al mio sincero amor premio e mercede?
Drusilla. Con questa man vi giuro la mia fede.
(stringe la mano a Lindoro dietro a Belfiore
Lindoro. Quanto ne godo anch’io!
Viva il mio caro zio!
Drusilla.   Per voi mi moro.
Belfiore. Cara Drusilla mia, caro Lindoro.
  Dolce e caro il mio 1 tesoro,
  Per te peno, per te moro.
Drusilla.   Ah pur troppo peno anch’io,
  E perchè 2 lo sa il cor mio.
Belfiore.   Cara, cara.
Drusilla.   Caro, caro.
Lindoro.   Senta, senta, mio padrone. (a Belfiore

  1. Ed. Verona: caro mio.
  2. Ed. Verona: per chi.