Drusilla. Di’ forte, e non fallar, o la bacchetta
Ti rompo sulle man, se dici un fallo.
Belfiore. Ed io, se falli, ti darò un cavallo.
Lindoro.1 A, b, c, qu. Oh diavolo2!
Maestra, son stroppiato3.
(Che semplice!) c, d,
E, effe, (oh allocco!) qu,
Erre, sior no, sior sì,
Mi sono già imbrogliato,
H, i, i (che animale!)
K, elle (oh bestiale4!)
Emme, enne, pe, qu,
Erre, esse, t, u,
V, ichese, ipsilon, zetta,
Ette, con, ron, e busse,
Corpo di chi non fusse!
Mi duole questo braccio,
Errori più non faccio,
Sono dottore già.
Drusilla. Or va pure a merenda.
Lindoro. Signora, ho merendato;
M’avete rovinato.
Ahi che dolor! (Si siegua la finzione). (piange
Belfiore. Guardate come piange il bernardone.
Lindoro. (Cara, mi duol da vero).
Drusilla. (Io ti medicherò).
Lindor. (Sì, così spero). (parte
- ↑ La scenetta che qui segue corrisponde a quella di Pistone nella Maestra del Palomba; e i versi sono tradotti dal dialetto napoletano.
- ↑ Nella Maestra del Palomba, Drusilla da "un colpo di stecco su la mano" a Pistone.
- ↑ Ed. Verona: Drusi, m’hai stroppiato.
- ↑ Ed. Verona: O. o. (o che bestiale).