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LA SCUOLA MODERNA 167
Eh Lindoro, Lindoro,

Se non starai più attento...
Guardami. (Oh vita mia, morir mi sento)1.
Belfiore. Oh che donna! oh che donna!
Voi siete al mondo sola.
Una ve ne vorria per ogni scuola.
Lindoro. (Maledetto quel vecchio, e quando va?)
Leonora. (Or ora venirà
Il mio futuro sposo).
Lindoro. (Non la finisce mai).
Leonora.   (Quanto è noioso!)
Belfiore. Ma voi, maestrina cara,
Uno scolaro avete
Di più, che non sapete.
Drusilla. E chi è questo novel scolaro mio?
Belfiore. Lo scolaro novel, cara, son io.
Drusilla. Voi?
Belfiore.   Sì.
Drusilla.   Che mai
Insegnar vi potrei?
Belfiore. Tutto, basta... Vorrei...
Quel bocchin... quel sestin... (Mi trema il core;
Mi ballano i ginocchi)2
Zitto, che il3 bemardon fa tanto d’occhi.
Drusilla. Animo, a chi dich’io?
Badate a’ fatti vostri. Eh simoncina,
Con quel menar il capo
Che sì, che sì... Tu ridi? Maledetta4!
Datemi la bacchetta.
Oh che fior di virtù! che cose rare!
Che garbate scolare!
Siete mal avvezzate;

  1. Ed. di Verona: (Guardami, vita mia, morir mi sento).
  2. Ed. di Verona: Mi trema il cor, mi ballano i ginocchi.
  3. Ed. Verona: Zitto, quel ecc.
  4. Ed. Verona: Che sì, che sì, tu ridi, maledetta.