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LA CONTESSINA 121
Padre, ricorro a voi; deh voi, che amate

L’unico vostro figlio,
Porgetemi il soccorso ed il consiglio.
Pancrazio. Ecco pronto il consiglio, ecco il soccorso:
Io son mercante, è ver, ma ricco sono;
Potriano alle tue nozze
Molte figlie aspirar di sangue illustre.
A Baccellone chiederò la figlia
Per te, non dubitar.
Lindoro.   Ma se la niega?
Deh! non mi discoprite innanzi tempo.
Deh! salvatemi almen.
Pancrazio.   T’accheta. Io sono
Di te più vecchio e più sagace; anch’io,
Figlio, ne’ giorni miei
Giovine e amante fui, come tu sei.
  De’ giorni felici
  Ricordomi ancor:
  Brillavami il cor,
  Bollivami il sangue;
  Or tutto mi langue,
  Più quello non son.
  Mi resta per altro
  Purgato il consiglio.
  Rimettiti, o figlio,
  Vedrai la ragion. (parte

SCENA II.

Lindoro solo.

E poi critica il mondo

Il tragico poeta,
Che innamorar fa due persone in scena.
Ciò si può dar pur troppo, ed io son quello
Che ne fe’ l’esperienza in un burchiello.