Lugrezia. Io torno a seguitar:
Uzcha, Muzcha,
Scialla àcbe aclà aclà.
Tutti. Uzcha, Muzcha,
Scialla àcbe aclà aclà.
Albumazar. Ora ognuno s’acqueti:
Spero, se non s’oppone un qualche ostacolo,
La risposta ottener dal nuovo oracolo.
Lugrezia. (Che mai sarà!)
Collatino. (Pavento il fato estremo).
Mirmicaina. Dall’angossa che gh’ò, tutta mi tremo.
Albumazar. Nume, non so s’io dica
Del cielo, o della terra, o dell’inferno,
Poiché incognito a noi
Tu nascondi il tuo nome e i pregi tuoi,
Dimmi qual esser deve
D’Albumazar la sposa...
Mirmicaina. Mirmicaina sarà...
Albumazar. Taci, orgogliosa.
Umil ti porgo le mie preci in voto,
Piacciati il tuo voler di farmi noto.
Oracolo. La voce sovrana
Risposta ti dà.
Lugrezia Romana
La sposa sarà.
Lugrezia. (Infelice, che intesi!)
Collatino. (Ahimè, che sento!
Chi parlò? Dove sono?)
Mirmicaina. (Schiavo siora maestà, schiavo sior trono).
Albumazar. Udiste? Io già non posso
Cambiar gli affetti miei
Contro il giusto voler de’ sommi Dei.
Lugrezia. Signor, mal intendesti
Dell’oracolo i sensi.
Quest’è la vera spiegazione sua: