Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
LA PUPILLA | 85 |
Rosalba. (Oh che voglia mi sento
Di farmi astrologar!)
Giacinto. Io mi contento,
Se lasciarvi servir da me degnate,
Che se non dico il ver, non mi paghiate.
E datemi la prova:
Se il passato indovino, io so che allora
Dell’avvenir mi crederete ancora.
Rosalba. (Ha proprio un volto amabile.
È grazioso e gentil 1; egli è adorabile).
Triticone. Orsù, voglio provarvi.
Giacinto. Tiriamoci in disparte.
Triticone. Sì, sì, non istà ben che la ragazza
Della mia gioventù senta gli errori.
Rosalba, ritiratevi.
Rosalba. V’obbedisco, signor, ma ricordatevi,
Che dopo voglio anch’io
Farmi certo predire il destin mio. (si ritira
Giacinto. Mostratemi la mano. Ella è imbrogliata.
Triticone. Come sarebbe a dir?
Giacinto. Tutto vi spiego.
Triticone. Ma parlatemi chiaro, io ve ne priego.
Giacinto. Comincio dal passato.
Triticone. Bene, bene;
Dite pur, che v’ascolto.
Giacinto. (Potessi astrologar quel vago volto!)
Nell’età giovine
Cupido e Venere
Vi dominò;
Ed una femmina
Di spirto nobile
V’incatenò.
- ↑ Ed. Valvasense: È grazioso, è gentil.