Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1928, XXVI.djvu/78

76

pp. 44-48: solo è strano che il D. C. creda già marito e moglie Buleghin e la "putta” Bettina, e assegni all’anno 1734 questo intermezzo;) nè merita il Gondoliere, opera ingenua di un giovane ancora inesperto, scherzo privo d’ogni importanza d’arte, che se ne faccia il confronto con altre creazioni teatrali. Tuttavia non direi che gli Sdegni amorosi rappresentino "un indifferente bisticcio”, che il travestimento di Bettina, ammesse le consuetudini del teatro, sia "un trucco balordo” e che la pace fra i due amanti riesca "insipida” (l. c., p. 55). Questo poi è certamente falso che nel Gondoliere s’incontri "un linguaggio che si sforza di diventar popolaresco” e nella Serva padrona (1733) "un dialogo veristico e colorito”: poichè la superiorità del dialetto goldoniano, magnifico fin d’ora per naturalezza ed arguzia, sull’impacciato e spropositato linguaggio italiano del Federico appare manifesta a qualunque lettore.

Non era nuovo il titolo di questa operetta. Oltre l’Amoroso sdegno, notissima favola pastorale di Francesco Bracciolini (st. 1597 a Venezia) si ricordano gli Amori sdegnati, altra favola pastorale d’un Cirillo Pameno (Trani, 1636), gli Sdegni placati, commedia d’Ottaviano Janida (Napoli, s. a.), gli Sdegni d’amore, musicati dal maestro Bonini (Bologna, 1640), la Siringa ovv. gli Sdegni d’amore di Niccolò Zoppio Turchi (Bologna, s. a.), lo Sdegno superato da amore del dott. Rainieri Cenci (Bologna, 1691), Amor vince lo sdegno, opera in musica (Roma, 1692), Orismene ovv. Dalli sdegni l’amore di Carlo de Palma, con musica di Leo (Napoli, 1726), e finalmente, per tacere d’altri ancora, gli Sdegni cangiati in amore dell’abate Silvani, recitato a Venezia nel 1725 con musica del Buini (e già prima sotto diverso titolo: v. Allacci e Wiel). Sdegni amorosi' s’intitola pure uno scenario del famoso Gibaldone comico donato da B. Croce alla Biblioteca Nazionale di Napoli, edito da C. Levi nella Rivista Teatrale Italiana, anno XIII, fasc. 6 (25 XII 1914). Una commediola in un atto di G. Militotti, Gli sdegni per amore, musicò più tardi a Napoli nel 1776 il Cimarosa. Non parliamo poi dei dispetti d’amore, comuni a tutti i teatri in ogni tempo. Ma il Goldoni più che sdegni o dispetti cercò di ritrarre il carattere del giovane barcariol sedotto daj gioco (come troppe volte il nostro dottorino) e quello della fanciulla a lui affezionata: sì che possiamo avvertire fin da principio la sua inclinazione naturale a lasciar da parte i tipi della caricatura, ormai comuni, per rivolgersi con simpatia, anche negli intermezzi, alla sincera pittura del popolo. Per questo noi preferiamo il titolo più originale e caratteristico di Gondoliere veneziano, che alla farsetta assegnò l’autore da vecchio e che sempre le resterà.

G. O.