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LA VENDEMMIA 531
Ippolito. Rosina, andate un poco

A far qualche faccenda.
Rosina. Poverina!
Così mi discacciate?
Ippolito. Ho da parlar con la Cecchina; andate.
Cecchina. Da ridere mi viene.
Rosina. Io vi vuò tanto bene,
E voi siete sì crudo?
Ippolito. Andate via.
Cecchina, non abbiate gelosia.
Cecchina. No no, non vi è pericolo.
Rosina. Pazienza!
Non merito; lo so,
Povera disgraziata! morirò. (mostra di piangere
Ippolito. Mi muove a compassione.
Cecchina. Bravo, signor padrone.
Vi conosco. Io vedo,
Mi volete tradir; più non vi credo.
Ippolito. No no... sono imbrogliato.
Cecchina. Ah padron traditor!
Rosina. Padrone ingrato!
Ippolito. Care, non so che far; veder non soffro
A sospirar nessuna;
Posso darvi il mio cor metà per una.
Cecchina. Il cor del mio padrone
Lo vuò tutto per me.
Rosina. Il caro mio padrone
Lo serberà per me.
Cecchina. (a due Per sposo mio vi voglio.
Rosina.
Ippolito. Oh quest’ è un brutto imbroglio,
Dividermi non so.
Cecchina. Da me cosa vorreste?
Rosina. Che cosa pensereste?
Ippolito. Di stare in allegria