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SCENA III.

Ippolito e detti.

Ippolito. Dorme Fabrizio?

Cecchina. Dorme.
E perciò di legarlo abbiam pensato.
Ippolito. Sì, legatelo pur,
Lupo arrabbiato. (a Fabrizio
Cecchina. Ma poi, signor, venite
Col vostro servitore travestito,
E colle spade in mano
Mostrando contrastare,
Lo farete tremando risvegliare.
Ippolito. Brave, brave davvero,
Mi piace l’invenzione:
Divertiamoci un po’ con quel ghiottone.

SCENA IV.

Cecchina, Rosina e Fabrizio che dorme.

Cecchina. Dorme come una talpa.

Rosina. Poverino,
L’ha addormentato il vino. (lo legano
Cecchina. Stringi pure, e fa nodi.
Rosina. Io l’ho bene annodato1;
Non lo risveglierian le cannonate.
Cecchina. A questo dormiglione,
Finchè il padron non viene,
Facciam qualche burletta.
Rosina. Oh bene, oh bene.
Cecchina.   A questo scrocconaccio
  Coi pampani il mostaccio
  Pian piano toccherò.
(gli tocca il viso con una fronda. Dormendo fa atti

  1. Così nel testo.