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516 | PARTE PRIMA |
SCENA V.
Rosina e Cecchina.
Dell’amor del padron.
Cecchina. Pianino un poco;
Il padron ama me, se tu noi sai.
Rosina. Ma più di me son guai.
Cecchina. Sì, più di te; s’è visto,
Che quando mi guardava,
Dava segni d’amor, nè m’ingannava.
Rosina. Stai fresca in verità: mi avvidi anch’io
Quel che il padron faceva,
Ti dava un’occhiatina, e poi rideva.
Cecchina. E che vuoi dir per questo?
Rosina. Basti così, non ti vuò dire il resto.
Cecchina. Rabbiosetta, ti conosco,
Ma soffrire ti conviene1.
Il padrone2 mi vuol bene,
Così è, signora sì.
E sarà sempre così.
Se tu sei più vezzosa,
Io sono più graziosa,
Ma un brio si trova in me,
Che certo in te non è.
È data la sentenza,
E ci vorrà pazienza.
Quel cor non è per te. (parte
SCENA VI.
Rosina, poi Ippolito.
Ippolito. Rosina, cosa avete?