Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1928, XXVI.djvu/508

506

qualche volta tedesco, ricorderò più da vicino l’opera buffa napoletana e in generale l’opera comica del Settecento, dove ricorre spesso il soldato tedesco (v. anche Della Corte, L’Opera Comica It. nel ’700, Bari, 1923, vol. II, 231 ). Quanto al Francese, abbiamo già fatto conoscenza con Monsieur Petiton (v. anche la Nota storica, p. 215). Non mette conto rammentare i Francesi e i finti Francesi del teatro popolare, fin dalle farse dell’Alione, nè quelli della commedia ridicolosa del Seicento (un personaggio francese vedo, per es., nella Dispettosa moglie del Briccio, 1611; di solito è il servo Raguetto: v. G. Caprin in Riv. Teatrale It., 1909, fasc. 4, pp. 215-216) e della commedia letteraria del Settecento (Ortolani, Settecento ecc., Venezia, 1905, passim). Gli italiani infranciosati derideva nel 1747 il Maffei nel Raguel (teatro S. Samuele, Venezia: v. specialmente B. Croce, nella Critica, XXVI, 1929, fasc. I, pp. 72-73, sulla voce Raguel): un ridicolo francese ci offriva poi Goldoni nella Vedova scaltra (vol. II). Ma lo stesso avvocato Antonio Gori (p. 56 ecc.), nella seconda parte dell’intermezzo che ha per titolo Gl’Ovi in puntiglio (teatro S. Samuele, 1735), traveste Cinabro e lo fa parlare in un francese spropositato come quello del Marchese goldoniano, mentre Vaniglia, fingendosi tedesca, parla un linguaggio simile a quello del finto Generale nella Cantarina. Ma pur troppo il Goldoni ben di rado riesce a strapparci un sorriso in questo scialbo scherzo per musica.

Un intermezzo in due atti, intitolato La Cantarina, forse questo stesso del Goldoni, fu musicato da Giuseppe Haydn e rappresentato nel carnevale del 1764, nel castello del principe Nicola Esterbazy (Gio. e Carlo Saivioli, Bibliografia Universale del Teatro Drammatico Italiano, Venezia, 1894, p. 634), ad Eisenstadt, probabilmente, dove lo spartito esisterebbe ancora (v. Eitner, Biographisch-bibliographisches Quellen Lexikon ecc., V Band, p. 63: il quale attinge dàlia biografia di C. F. Pohl, Joseph Haydn, Leipzig, 1875-1782). La Canterina musicò pure il maestro pugliese Giacomo Tritto di Altamura (1735-1824); e fu rappresentata a Roma nel 1790(v. Clément et Larousse, Dictionnaire lyrique etc., Paris, 1897, p. 135; e Salvioli, l. c.; e Eitner, l. c., IX Band, p. 456; e G. De Napoli, G. Tritto, in Lettura, 1 ott 1924). Non potei vedere il libretto che non si trova a Venezia, nè a Bologna, nè a Roma presso la Biblioteca Musicale di S. Cecilia o nella raccolta Rolandi, come gentilmente mi avverte il maestro Francesco Mantica.

Poichè la Cantarina era opera del Goldoni e del Galuppi, e veniva dalle lagune, la stampa fu dedicata dagli “Interessati del Teatro„ alla nobildonna veneziana Eleonora Collabo Cappello con la seguente lettera:

Eccellenza,

Siccome, con tutta ragione, l’assunto di rappresentare al pubblico una qualche Composizione Musicale può annoverarsi fra le imprese più soggette alla popolare incostanza; con saggio avvedimento coloro che a questa impresa si accingono, oltre la cura ed industria usata in corredarla di tutto ciò che può renderla più aggradevole, hanno introdotto il costume di provederla di un Patrocinio valevole per frenar le animosità più contrarie al felice successo di simigliante intrapresa: al qual costume, come saggio e