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LA PELARINA 47
  Son in terra,

  Con voi non vuò guerra;
  Illustrissimo signor Aron,
  Voi tenetelo per carità.
Pelarina. Eh, che no gh’è più tempo.
Tascadoro. Sì signor, che ve n’è.
Volpiciona.   Giustizia.
Pelarina.   Adesso
Vederè si so far la parte mia.
Tascadoro. (Era pur meglio andar all’osteria).
Pelarina. Anemo, bella putta...
Tascadoro. Eh via...
Pelarina.   Respetto, digo,
Si no, come i salai 1 te taggio in fette 2.
Tascadoro. Son putta, sì signor: ma che volete?
Volpiciona. Che ti me rendi adesso
Sti abiti truffai
Al gramo Menacai.
Tascadoro. Ma, illustrissimo Ebreo,
Lei sbaglia in verità: questi vestiti
Mi prestò mia sorella
Olimpia, poco fa.
Pelarina.   (Questa è più bella).
Tascadoro. Signor...
Volpiciona.   Via, tasi là: no la ghe creda,
Che zuro...
Pelarina.   Eh che non dubito.
Dàgheli, o te sbasisso3.
Tascadoro.   Eccoli subito.
(Che rabbia!) Prendi sì, ma un giorno... basta...
(Oh amor! O Pelarina,
Quanto costate a me!)
Pelarina.   (Che figurina!)

  1. Salami.
  2. Nelle edizioni del Settecento è stampato, per cagione della rima: te tagio in fete.
  3. Ti stendo a terra, ti uccido: v. Patriarchi e Boerio.