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464 | PARTE SECONDA |
No, che non son tiranna,
Sento pietade anch’io;
Il tenero cuor mio
Pace negar non sa. (parte
La Sandra e Don Ippolito.
Sandra. È partita.
Ippolito. Non mi averà veduto.
Sandra. Siete stato celato
Dietro di quel portone;
Ma voi siete, davvero, un bel poltrone.
Ippolito. Mi fa un po’ di timore
Un certo protettore, o sia parente.
Sandra. Per quel che vedo, non sapete niente.
Ma io v’informerò,
Che so tutta la cosa come andò.
Ippolito. Del forastier coi baffi?
Sandra. Poverino!
Coi brutti baffi, e con quel brutto arnese,
Lo sapete chi è? Il signor Marchese.
Ippolito. Il Marchese Bizzarro?
Sandra. Quello, quello.
Ippolito. Lo sapete di certo?
Sandra. Sì signore,
Che me l’ha confidato il suo fattore.
Ippolito. Oh corpo della luna!
A me una tal bravata?
Farmi alla moglie mia chieder perdono?
Se vendetta non fo, non son chi sono.
Sandra. Come volete far?
Ippolito. Restate qui,
Che ritorno a momenti.
Sandra. Signor sì.