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462 PARTE SECONDA
Alla sposa sdegnata umil perdono:

O che vi passo il cor, da quel ch’io sono.
Ippolito. E voi coraggio avete
Di ricever da me simile offizio! (a donna Florida
Florida. Imparate a trattar con più giudizio.
Ippolito. (Arrabbio di dispetto). (da sè
Marchese. Presto, vi dico, o che vi passo il petto.
Ippolito. Adagio, per pietà; sì, lo farò.
Ma che mai ho da dir? mi proverò.
  Illustrissima signora,
  Moglie mia, per mia malora,
  Son dolente, son pentito...
  (Perchè son di te marito).
(sdegnato il Marchese lo minaccia
  No... davver pentito sono.
  Illustrissima, perdono.
  In ginocchio? eccomi qua.
  Compassion, per carità.
  (Verrà un giorno anche per me).
(piano a donna Florida
  Ho fallato, così è.
  Il perdono a me si dà? (s’alza
  Oh che grazia, oh che bontà! (parte
Marchese. Che ne dite? va bene?
Florida. Non può andar meglio.
Gli ricorderò sempre,
Quando meco facesse il bell’umore,
Il parente, l’amico, il protettore.
Marchese. Ora è bene atterrito;
Ma alla fine è marito,
Conviene rispettarlo;
Voglio io stesso placarlo,
Mi levo i baffi e lo straniero arnese.
Florida. Mi raccomando a voi, signor Marchese.