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IL MATRIMONIO DISCORDE | 461 |
Ippolito. In casa mia
Come ci vuol entrar Vossignoria?
Marchese. C’entro, perchè di lei
Parente, amico, e protettore io sono,
E a lei dovete domandar perdono.
Ippolito. Io perdono? di che?
Marchese. D’averla offesa.
Ippolito. Ma se nella contesa
Ho ragione, signor, che me ne avanza!
Marchese. Men parole, vi dico, e men baldanza.
Venga qui donna Florida. (al Servo
Voi chiedete perdono alla consorte,
O questa spada vi darà la morte.
Ippolito. Ma signore...
Marchese. Tant’è,
Avrete a far con me.
Se restio vi vedrò,
Ora colle mie man vi ammazzerò.
Ippolito. (Povero disgraziato!
Ho da essere ammazzato?
Ho da chieder perdono a quell’ardita?
Non so che dir: preme salvar la vita).
Marchese. Eccola: preparate,
Per placarla, di cuor un complimento.
Ippolito. (Maledetta!... costui mi fa spavento).
Donna Florida e detti.
Marchese. Sì signora.
Son qui per vendicar le vostre offese.
Florida. Grazie alla sua bontà. (Bravo Marchese!)
Ippolito. (Mi vien voglia di darle
Un pugno nella testa).
Marchese. A voi: chiedete (a don Ippolito