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452 | PARTE PRIMA |
Sarebbe inciviltà
Non accettar sì bella cortesia,
Non goderla sarebbe una pazzia.
Ella ha il catarro in testa
Di non voler trattar con i suoi pari;
E a forza di denari,
E a forza ancora d’essere schernita,
Vuol essere servita da un Marchese,
Ed io godo il buon tempo alle sue spese.
Donne care, se bramate
Ch’io vi serva, eccomi qui.
Io con tutte fo così,
Non mi lascio infinocchiar.
Servitù quanta volete:
Vi dirò che belle siete:
Sarò pronto a sospirar.
Ma gl’inchini
Coi zecchini
Me li avete da pagar. (parte
Don Ippolito e la Sandra.
E non abbiate mica soggezione:
Che, al fin, di questa casa io son padrone.
Sandra. È ver, ma la signora
Pratica cavalieri
E so che non mi vede volentieri.
Ippolito. Eh, lasciatela dire.
So che la mia signora
Vuol dar questa mattina alle mie spese
Da pranzo ad un Marchese.
Vuò che voi ci venghiate in compagnia,
E anch’io voglio goder la parte mia.