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428 PARTE SECONDA
Conte. Cotanta impertinenza

Io soffrire non voglio.
Parpagnacco.   Siate buono.
Che s’io caccio la spada,
Griderete pietà, soccorso invano.
Conte. Misero voi, s’io torno a metter mano.
Parpagnacco. Ma vien Madama.
Conte.   Non ci vegga irati.
Parpagnacco. Lo sdegno sospendiam.
Conte.   Cessino l’onte.
Parpagnacco. V’abbraccio, amico.
Conte.   Ed io vi bacio in fronte.

SCENA VI.

Madama, servita da Macacco, e detti.

Madama. Bravi, così mi piace.

Amici in buona pace.
Parpagnacco. Madama, son per voi.
Conte. Son qui, son tutto vostro.
Madama. Aggradisco d’ognun le grazie sue;
Ma vi voglio d’accordo tutti due.
Parpagnacco. Io per me son contento.
Conte. Di farlo io non mi pento.
Macacco. Ed io non sche sche scherzo,
Se se se siete due, fa farò il terzo.
Madama. Caro il mio Parpagnacco,
Contin grazioso, amabile Macacco,
Venite tutti tre,
Che male già non v’è:
Mentre c’insegna l’odierna moda,
Che il galantuom lasci godere e goda.
Parpagnacco. Io per vostro riguardo il tutto accordo.