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414 PARTE PRIMA
Se quest’altro sen vien, saranno tre.

(Sì, sì, venga ancor 1 lui,
Soggezion non mi prendo di costui). (parte il Servo 2
Giacche non è geloso,
Caro signor Barone,
Con buona permissione,
Un altro cavalier vuol visitarmi,
Onde la prego in libertà lasciarmi.
Macacco. Fa fa fa fate pure,
So anchi ch’io la usanza,
Mi mi mi riti ti ro in questa stanza 3.
(entra in un' altra camera
Madama. Questo sarebbe il caso
Per una cui piacesse
Di vivere al gran mondo.
Ha la vita piegata, e il capo tondo.

SCENA IV.

Il Conte Bellavita e detta.

Conte. Al volto porporino

Di madama Graziosa umii m’inchino4.
Madama. Io dalle grazie sue resto stordita,
E riverisco il conte Beliavita.
Conte. Di me non vi dolete,
Se tardi mi vedete.
Sono stato finor da certe dame,
Che vogliono ballar con fondamento,
A insegnarle di vita il portamento.
Madama. Già si sa, già si vede:
La sua vita ben fatta è cosa rara;
Vezzi e grazie da lei ciascuno impara.

  1. Nel testo: veng’ancor.
  2. Occhi: Donzella via.
  3. Occhi: Fa fa fa fate pur; so anch’io l’usanza. - Io mi ritiro in que que questa stanza. Si ritira".
  4. Vedasi in Appendice ciò che segue nell’ed. Occhi.