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LA FAVOLA DE' TRE GOBBI 411
  Non saprei...

  Non vorrei...
  Che m’aveste1 ad ingannar.
Madama. Io ingannarvi, signor? Mi meraviglio.
In casa mia non vien nessun al mondo;
Io non sono di quelle... Eh faccia grazia:
Dove ha comprato mai quel bel diamante,
Spiritoso e brillante?
Certamente è un incanto!
Parpagnacco. Le piace?
Madama.   Signor sì, mi piace tanto.
Parpagnacco. Padrona.
Madama.   Meraviglio.
Parpagnacco.   Eh via.
Madama.   No certo.
Parpagnacco. Mi fa torto.
Madama.   Ma poi... Non vuò, non vuò.
Parpagnacco. Eh lo prenda...
Madama.   Via, via, lo prenderò...
Parpagnacco. Dunque, mia cara sposa...
(viene il Servo e parla a Madama2
Madama. Con licenza: il barone Macacco
Mi viene a visitar? Non so che dire,
Farlo indietro tornar non è creanza.
Venga pur, ch’io l’attendo in questa stanza.
(parte il Servo3
Oh gioia mia diletta4,
Son imbrogliata assai. Vien5 mio fratello,
Uomo senza cervello e assai manesco;
Se vi vede con me, voi state fresco.
Parpagnacco. Dunque che deggio far?
Madama.   Io vi consiglio,

  1. Edd. Tevernin e Zatta. per isbaglio: che m’avessi.
  2. Ed. Occhi: Viene la Donzella.
  3. Nell’ed. Occhi è Parpagnacco che dice: Oh gioia mia diletta!
  4. Occhi: Donzella via.
  5. Ed. Zatta. per errore: Vi è.