Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1928, XXVI.djvu/391


IL QUARTIERE FORTUNATO 389
Quel si dice fedel, che un solo foco

Coltiva in seno nel medesmo loco.
Per altro cosa giova
L’amare in lontananza?
Cara Bellinda mia,
Struggersi da lontano è una pazzia.
  Fin che amor mi dà diletto
  Gli do loco nel mio cor;
  Ma non voglio nel mio petto
  Gelosia, nè batticor.
  A me piace da vicino
  Coltivare un bel visino,
  E son fido, e son costante;
  Ma se vado poi distante,
  Io gli son buon servitor.
  Buon amante, e buon soldato.
  Ho imparato a far l’amor.
Bellinda. Perchè non dirmi questo
Prima d’innamorarmi?
Roccaforte. Con ragion dispensarmi
Potea da dirvi ciò, se il vostro sesso
Dappertutto con noi suol far lo stesso.
Appena son partiti
Dalla cittade i reggimenti nostri,
Amar tornate i paesani vostri;
Ed essi che han bisogno
Di profittar di vostra cortesia,
Si scordan la passata gelosia.
Bellinda. Ma io no, certamente,
Non farò mai così; non ebbi amanti,
Non ne ho, non ne voglio;
A voi sarò fedele,
V’amerò benchè lungi, e ancor crudele.
Roccaforte. Ah madama, qual colpo
Fanno in me tai parole!