Livietta. Scostati, taci, e parti.
Cardone. Gioia mia, devo partire
Così afflitto e sconsolato?
Me sgraziato! che t’ho fatto?
Niente affatto.
Dillo tu... (al Servo
Come fu...
Parla per me.
Sei tu sola il mio tesoro;
Per te languo, per te muoro;
Senza te non posso stare.
Dillo tu, (il Servo accenna non saper nulla
Non è così?
Signor sì che così è.
Livietta. Invano ti lusinghi
Rimover me dal mio pensier costante.
Al tuo pregar più s’inasprisce e indura
Questo mio cor.
Cardone. Che barbara natura!
Non v’è dunque speranza?
Livietta. È tratto il dado.
Cardone. Vuoi così, cor di tigre? A morte io vado.
Parto dunque, o mia diletta,
Ma il mio cor resta con te.
Livietta. Non chiamarmi tua diletta,
Che il mio cor non è per te.
Cardone. Tu sei come tartanella
Che nel mare a vento in poppa
Veleggiando se ne va.
Livietta. Rider mi fa.
Cardone. Uh! chi mai vien contro a me!
Livietta. Ben, chi viene?
Cardone. Vedo gente tutta armata:
Questa certo è la giornata
Di dovermi moschettar.