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Con quest’astuzia sarò1 l’esca

Per prenderlo all’aguato.
Già gli amici son pronti al cenno mio.
Ma... se non erro, veggo,
Veggo il furbo venir verso di noi.
Fingiamo di dormire.
Cardone.   Per pietà, chi mai m’insegna
  Qualche casa o qualche albergo?
  Buona gente...
  (Questo dorme, e non ci sente).
  Fate un po’ la carità.
Dormono a sonno pieno,
Meglio è per noi... Mira costei di quante
Catene d’oro adorno ha il collo e il seno.
Oh che bella ragazza!
lo giurerei che Diana fosse questa,
Benchè non ha la mezzaluna in testa.
Se costui non vi fosse,
O pur non si svegliasse,
Certamente la porterei2 ben via;
Facenda, osserva un po’. (Livia stranuta
Salute a Vossignoria.
Perchè ridi, mustaccio da sgrugnoni?
Adesso, se si sveglia, oh che tempesta!
Livietta. Moú frère, voilà.
Cardone. Fate un po’ la carità.
Livietta. Ah voleur, assassin, fripon.
Cardone. Tripone?
Questo è ver, sì signora,
La pancia è un poco grossa3.
Livietta. Vous m’avez derobé une chaine, il est vrai?
Cardone. Tu sbagli, son digiuno,

  1. Forse deve correggersi: farò.
  2. Nel testo: portarei.
  3. Ricordiamoci che il cantante è Giuseppe Imer. Nella Contadina astuta, attribuita al Mariani, il ladro Tracollo fingesi mendicante polacco e dice: "Trippone! — Non star vera, Signora".