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350 PARTE SECONDA
  Livietta bella, bella,

  Livie... (come aopra
  Sol, fa, mi, do. re.
  Ah, ah, ah, ah, ah, ah, ah.
Livietta mia, bellissima Livietta,
O sbrigati a morire, o sorgi e vivi.
(Livietta fa de' moti
Par che patisca anch’io - de’ moti convulsivi.
Ah questo è stato certo
L’ultimo suo sospiro. Se n’è andata.
Non v’è più dubbio: ha fatta la frittata 1.
Oh povera Livietta! Io ti voleva
Pur il gran ben! Benchè mi fosti ingrata,
Io non fui meno amante. Or che la sorte
Mi tornò a favorir, teco averei
Tutti divisi li tesori miei. (Livietta si move
Zitto, che non è morta. Avessi almeno
Qualche spirto eccellente
Per farla rinvenir. Sentito ho a dire,
Che l’oro il cuor consola:
Vuò farne esperienza, (la tocca con una borsa di denari
Prendi Livietta, sì, prendi, cuor mio,
Refrigerio dall’oro, e vivi...
Livietta.   Oh Dio! (riviene
Cardone. Il prodigio è già fatto.
Livietta.   Ah dove sono?
Cardone. Sei presso al tuo Cardone.
Livietta. Io mi credea nel regno di Plutone.
Cardone. Che mai fu che ti oppresse?
Livietta.   Ah fu il dolore
Di vederti... Ma dimmi, hai tu perduto
Veramente il cervello?

  1. Anche questi ultimi versi, salvo lievissimi ritocchi, appartengono alla Contadina astuta. Ma di qui innanzi l’Intermezzo del Goldoni procede diversamente dal libretto attribuito al Mariani; si veda l’Appendice.